Mobilità casa-lavoro e emissioni di inquinanti dei dipendenti delle aziende pubbliche e private dell’area nord-ovest milanese

I trasporti sono uno dei settori che più contribuisce alle emissioni inquinanti a livello locale e globale. Le risposte a tale situazione di insostenibilità si collocano tra due estremi: da un lato, soluzioni esclusivamente tecnologiche (carburanti alternativi, ecc.) che mirano a ridurre le emissioni totali assecondando i trend storici di aumento della mobilità, della motorizzazione e della dispersione degli insediamenti sul territorio. All’estremo opposto, proposte che vedono nella riduzione della domanda di mobilità e nel miglior riparto modale le uniche soluzioni a fronte di innovazioni tecnologiche incerte, di lenta introduzione e storicamente, spesso, più che controbilanciate dalle evoluzioni della società e del territorio. La relazione fornisce un’illustrazione empirica di questa tensione interpretativa attraverso la discussione dei risultati di un’indagine sulla mobilità dei dipendenti delle Amministrazioni comunali e di alcune aziende del nord-ovest milanese. I dati raccolti, che hanno permesso di stimare per ogni dipendente le emissioni di PM e CO2 legate allo spostamento casa-lavoro, evidenziano la presenza di due modelli contrapposti: enti pubblici con forza lavoro prevalentemente femminile, anziana e locale, caratterizzata da un basso impatto ambientale, e aziende private con dipendenti più giovani, istruiti e dispersi sul territorio, con elevato livello di emissioni. I risultati tendono quindi a indicare che le tendenze socio-territoriali contemporanee hanno un ruolo di primo piano nel determinare l’insostenibilità ambientale della mobilità, mentre l’impatto delle soluzioni tecnologiche sembra ridotto, anche in termini potenziali